Scuolad’Ipnosi di ParigiParigi(Ile-de-France, Francia) 29 Novembre 1825Montsauche-les-Settons (Borgogna-FrancaContea, Francia) 16 Agosto 1893
Proveniva da una famiglia operaia parigina. Il padre Simon-Pierre (Bar-sur-Aube, Grand Est, Francia, 5 Maggio 1798 - ?) svolgeva l’attività di carrozziere. il 10 luglio 1824 sposò la madre Jeanne-Georgette Saussier (Parigi, Ile-de-France, Francia, 16 Dicembre 1808 - Parigi, 18 Marzo 1839), che morì appena trentenne e la cui mancanza fu sempre avvertita da Jean-Martin. Aveva 3 fratelli, Eugène-Martin Charcot (marinaio militare; 25 Dicembre 1826 - 1869; morto in battaglia in Senegal); Pierre-Martin Charcot (continuò l’attività del padre; 20 Aprile 1828 - ?); Emil-Martin Charcot (capitano di fanteria; 25 Luglio 1830 - 17 Luglio 1899).
Suo padre vedendo che Jean-Martin aveva un ottimo rendimento scolastico, dopo che egli ebbe conseguito nel 1844 il diploma al Lycèe Bonaparte (oggi chiamato Lycèe Condorcet) di Parigi, decise di mantenergli gli studi universitari benchè ciò gli costasse molti sacrifici; egli s’iscrisse in medicina presso l’Université Salpêtrière di Parigi presso la quale si laureò nel 1853 con una tesi sulla gotta. Il suo primo impiego fu presso l’Hôpital Lourcine (ora chiamato Hôpital Broca) di Parigi, specializzato nella cura delle donne con malattie veneree. Nel 1862 divenne medico presso la stessa università nella quale si era laureato. Divenne presto un grande clinico in quanto aveva una dote naturale nel fare diagnosi semplicemente con l’esame obiettivo, anche tra patologie molto simili. Lavorò praticamente in tutti i campi della medicina descrivendo dettagliatamente molte patologie epatiche, oculari, infettive, endocrinologiche.
Il 30 marzo 1864 sposò Victoire Augustine Laurent (Neuilly-sur-Seine, Ile-de-France, 28 Aprile 1834 - Parigi, 14 Ottobre 1899), figlia del celebre stilista Vincent Claude Laurent, il cui atelier era frequentato dalle donne aristocratiche e alto-borghesi di Parigi; ella era vedova di Edmè Victoir Durvis (Stilista; Parigi 16 Gennaio 1823 - Neuilly-sur-Seine, 11 Ottobre 1861), col quale aveva avuto una figlia Marie Charlotte Therese Durvis (Parigi 15 Giugno 1854 - 1936) che fu cresciuta da Jean-Martin come fosse figlia propria. Dal loro matrimonio nacquero Jeanne Charcot (Parigi 1865 - ?) e Jean-Baptiste Étienne August Charcot (Neuilly-sur-Seine, 15 Luglio 1867 - Faxaflói, Höfuðborgarsvæðið, Islanda, 16 Settembre 1936), medico ed esploratore che morì in un naufragio; egli l’11 Gennaio 1910 scoprì un isola situata nell’Antartico alla quale diede il nome di Isola di Charcot, in onore del padre. La moglie, titolare di un due ateliers di moda siti rispettivamente a Parigi e a Neuilly-sur-Seine, portò a Jean-Martin una considerevole dote; in questi ateliers lavorò assieme alle due figlie. Il matrimonio fra i coniugi Charcot fu molto felice; essi non si separarono mai se non per un breve periodo durante la guerra franco-prussiana del 1870 Jean-Martin inviò la famiglia dapprima in Normandia (Francia) e poi in Inghilterra. Al termine della guerra la famiglia si riunì.
Svolse tutta la sua carriera presso l’Université Salpêtrière. Dal 1866 iniziò a tenere ogni martedì le lezioni a carattere pratico con la presentazione fisica dei malati e la descrizione dei sintomi sugli stessi e ogni venerdì i seminari che invece avevano carattere teorico-speculativo. Molti dei suoi allievi divennero famosi; fra essi ricordiamo:- il padre della Psicoanalisi, Sigmund Freud (Freiberg, Impero Austroungarico, oggi Příbor, Moravia-Slesia, Repubblica Ceca, 6 Maggio 1856 - Londra, Greater London, Inghilterra 23 Settembre 1939);- il padre dell’Analisi Psicologica, Pierre Janet (Parigi, 30 Maggio 1859 - Parigi, 27 Febbraio 1947);- il suo allievo prediletto a che in futuro sarà il suo successore nella cattedra di Neurologia, Pierre Marie (Parigi, 9 settembre 1853 - Le Pradet, Provenza, Alpi-Costa Azzurra, Francia, 13 aprile 1940);- lo scopritore del Riflesso di Babinski, Joseph Jule François Félix Babinski (Parigi, 17 novembre 1857 - Parigi, 29 ottobre 1932);- il futuro Direttore del Burgholzli, la Clinica Psichiatrica dell’Università di Zurigo, Eugen Bleuler (Zollikon, Canton Zurigo, 30 aprile 1857 - Zollikon, 15 luglio 1939);- l’inventore del primo test d’intelligenza della storia, Alfred Binet (Nizza, allora Regno di Piemonte, oggi Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Francia 8 Luglio 1857 - Parigi, 1911);- lo scopritore della Sindrome di Tourette, Georges Albert Édouard Brutus Gilles de la Tourette (Saint-Gervais-les-Trois-Clochers, Nuova Aquitania, Francia, 30 ottobre 1857 - Losanna, Canton Vaud, Svizzera, 26 maggio 1904).
La tradizione charcotiana dei Seminari del Venerdì sarà poi ripresa quasi un secolo dopo da un altro grande psichiatra francese, Jacques Lacan (Parigi, 3 Aprile 1901 - Parigi, 9 Settembre 1981).
In campo neurologico nel 1868 identificò la Sclerosi Laterale Amiotrofica (detta anche Morbo di Charcot), differenziandola dalla Sclerosi a Placche, dalla quale non era mai stata differenziata fino a quel momento. Nel 1870 divenne primario del Reparto delle Convulsionarie; qui si rese ben presto conto che vi erano due varianti di questa tipologia di pazienti e cioè le epilettiche e le isteriche che riusciva a differenziare semplicemente osservando il tipo di convulsione. Nella sua prima teorizzazione egli suppose che l’epilessia fosse su base organica non ereditaria e l’isteria fosse ereditaria e degenerativa e potesse colpire anche i maschi; a tal proposito egli introdusse il concetto di lesione dinamica, che si manifestava quando sulla predisposizione ereditaria vi fosse un fattore scatenante da lui chiamato agente provocatore consistente in un evento significativo nella vita del paziente. In questo periodo per curare l’isteria provò diverse terapie praticate sull’epidermide quali la metalloterapia (applicazione di metalli), la magnetoterapia (applicazione di ferro calamitato), l’elettroterapia (stimolazione elettrica a bassissimo voltaggio). Convinto dell’eziologia organica delle due patologie, decise di ribattezzare quindi il Reparto delle Convulsionarie in reparto di Neurologia, termine usato per la prima volta nel mondo per indicare la disciplina che studiava le affezioni del Sistema Nervoso.
Nel 1872 Jean-Martin fu nominato Professore di Anatomia Patologica inventando il famoso metodo clinico-anatomico. Nella patologie a prognosi infausta dopo aver fatto diagnosi al paziente in vita tramite il quadro clinico, post-mortem ne trovava puntualmente conferma tramite l’autopsia.
Nel frattempo le lezioni del martedì erano divenute leggendarie, quasi delle rappresentazioni teatrali, con Charcot che visitava pubblicamente le isteriche davanti ai suoi allievi e poi di fronte ad un pubblico sempre più vasto comprendente medici, intellettuali, pittori, artisti, letterati. Tra il 1878 ed il 1881 fece fotografare tutte le sue pazienti del reparto di Neurologia, circa 5000, per poi pubblicarle in appositi volumi commentati.
Dal 1878 Jean-Martin iniziò ad interessarsi di ipnosi usandola a scopo terapeutico al posto dei tentativi di tipo olistico fatti in precedenza; egli pensava che l’ipnosi scatenasse una sorta di nevrosi che, in qualche modo, entrando nelle strutture psichiche, prendesse il posto dell’isteria facendone scomparire i sintomi. Tuttavia essendo l’effetto dell’ipnosi temporaneo, al suo termine ricomparivano i sintomi isterici. Pensava che l’ipnosi si potesse applicare solo ai pazienti affetti da isteria. Si occupò della fisiologia dell’ipnotizzato, dei suoi movimenti, dei suoi riflessi ma tralasciò i fenomeni psicologici.
Egli distingueva tre diversi livelli di profondità ipnotica: - letargico che si raggiunge per fascinazione o per compressione dei globi oculari attraverso le palpebre abbassate e nel quale l’individuo si addormenta;- catalettico in cui si possono spostare gli arti in una certa posizione nella quale restano immobilizzati anche quando l’ipnotista li lascia andare;- sonnambulico che può essere ottenuto attraverso la fissazione dello sguardo ed in cui il paziente esegue degli ordini in stato come di trance; i comandi ipnotici permarranno anche dopo il risveglio ma non a lungo.
Queste tre fasi costituiscono quello che Charcot chiamò la "grande ipnosi", o la "grande nevrosi ipnotica". Accanto alla grande ipnosi, esistono delle piccole ipnosi i cui fenomeni sono meno evidenti, analogamente a quanto avviene nella grande isteria e in quelle minori.
Questa concezione dell’ipnosi fece entrare in competizione la Scuola Ipnotista di Parigi di Charcot con la Scuola Ipnotista di Nancy diretta da Hippolyte Bernheim (Mulhouse, Région du Grand Est, Francia, 17 aprile 1840 - Parigi, 2 febbraio 1919). La Scuola di Nancy sosteneva che l’ipnosi fosse frutto di un fatto suggestivo applicabile a qualunque individuo, sano o malato, e che le 3 fasi in effetti non esistessero e si producessero soltanto quando il soggetto su cui si conduceva l’esperimento sapeva quello che ci si attendeva da lui per effetto di suggestione e di imitazione. Il duello continuò fino alla morte di Charcot; nel tempo si vide che le ipotesi esatte erano, in effetti, quelle di Bernheim.
Dal 1880 egli iniziò ad interessarsi prevalentemente di Isteria. Nel 1882 il Senato Accademico della Salpêtrière decise di dare dignità alla Neurologia come branca autonoma della Medicina con la creazione di una Cattedra ad essa dedicata e che affidò ovviamente a Jean-Martin Charcot, ormai universalmente noto come il padre di questa nuova disciplina.
Charcot intanto continuava a studiare l’isteria. La facilità con la quale l’ipnosi dimostrava di risolvere in breve tempo anche se temporaneamente i sintomi isterici lo portò a ricredersi sull’eziologia organica dell’Isteria, facendogli formulare nel 1885 la teoria traumatica; secondo questa ipotesi l’isteria sarebbe stata causata da un forte trauma in qualche modo in rapporto simbolico con i sintomi isterici.
Individuò la Grande Crisi Isterica che si svolgeva in 5 fasi: 1. Prodromica in cui vi sono le aure (allucinazioni visive, uditive, tristezza o ilarità, tremori, cardiopalmo, singhiozzo, dolori, senso di bolo, vertigine, perdita della coscienza);2. Convulsiva con contrazioni toniche e poi cloniche;3. Contorsiva o del clownismo (attitudini illogiche, grandi movimenti, arc-en-ciel);4. Degli atteggiamenti passionali con movimenti erotici;5. Mistica con atteggiamenti religiosi. In un primo momento pensò di aver trovato una nuova patologia che ribattezzò Istero-Epilessia; successivamente la ricollocò nell’ambito dell’Isteria, sia pure come forma acuta. Questo ripensamento lo portò a ricredersi nuovamente sull’eziologia della patologia; osservando, infatti, come la grande crisi isterica in effetti mimasse un rapporto sessuale formulò il famoso aforisma: "C’est le sexe, toujours le sexe", che soleva pronunciare spesso nelle sue lezioni.
Nel 1886 in uno studio congiunto con Pierre Marie e con Howard Henry Tooth (Howe, Sussex, Inghilterra, 22 aprile 1856 - Hadleigh, East Region, Inghilterra, 13 maggio 1925) descrisse la Neuropatia Ereditaria Sensitivo-Motoria o Morbo di Marie-Charcot-Tooth.
Qualche anno prima della morte, avvenuta per infarto miocardico, essendosi ricreduto sulle sue teorie riguardanti l’isteria e l’ipnosi, aveva deciso di rivedere l’intero impianto teorico. Appunto la morte gli impedì sia di ideare nuove strategie curative sia di sviluppare un modello concettuale metapsicologico, incombenze che vennero portate a termine successivamente da Sigmund Freud che, come già detto, fu suo allievo dal 20 Ottobre 1885 al 23 Febbraio 1886 e che chiamò il suo primogenito Jean-Martin in suo nome.
L’importanza di Charcot, come precursore della psicoanalisi è dovuta:- all’aver differenziato l’isteria dall’epilessia;- all’aver affermato, sia pure in un secondo momento e grazie anche ad indagini anatomo-patologiche, che l’isteria non avesse basi organiche;- all’aver intuito l’etiologia sessuale dell’isteria.
Bibliografia:
Opere di Charcotin lingua madre: "Oeuvres complètes"(1886-1890), Facsimile Publisher, Delhi, 2015in italiano : Lezioni alla Salpêtrière, Guerini ed Associati, Milano, 2005.
Opere su CharcotDidi-Huberman G., L’ invenzione dell’isteria. Charcot e l’iconografia fotografica della Salpêtrière, Marietti Editore, Bologna, 2008.Dibattista L., Jean Martin Charcot e la lingua della neurologia, Cacucci, Bari, 2003.Freud S., Charcot in Opere vol. I, Bollati Boringhieri, Torino, 2003.Goetz C. G., Bonduelle M., Gelfand T., Charcot: Constructing Neurology, Oxford University Press Inc, Oxford, 1995.Guillain G., Jean-Martin Charcot (1825-1893). Sa vie, son oeuvre in Revue d’Histoire des Sciences, Année 1956 9-3, pp. 280-283, Presses Univesitaires francais, Parigi, 1956.Marshal J. W., Performing Neurology: The Dramaturgy of Dr. Jean-Martin Charcot, Palgrave Macmillan, Basingstoke, 2016.Meige H., Charcot Artiste, Masson, Parigi, 1925.
Ultimo aggiornamento 2 Marzo 2018Elisa Romeo
Gabriele Romeo