La Psicologia dell’IoVienna (Vienna, Vienna, Austria, 13 Ottobre 1871)New York (New York, New York, USA, 4 Maggio 1950)
di Valentina Moscato e Gabriele Romeo
Proveniva da un’agiata famiglia d’estrazione intellettuale, di lingua tedesca, residente in Austria e di origini ebraiche. Il nonno paterno Elias Bunzel-Federn (Praga, Praga, allora Impero Austroungarico, oggi Repubblica Ceca, 1796 - Praga, 4 Dicembre 1844) era un famoso rabbino; sposò Esther Mislap (Praga, 1794 - Praga, 1 Ottobre 1885).
Il nonno materno, Benjamin Wolf Spitzer (Mikulov, Moravia Meridionale, allora Impero Austroungarico, ora Repubblica Ceca, ? - Praga, ?) era un ricco commerciante di tessuti; sposò Johanna Paschkes (Mikulov, 1814 - Praga, 28 Settembre 1900).
Il padre, Joseph Salomon Federn (Praga, Praga, 9 Novembre 1831 - Vienna, 9 Novembre 1920), dalla sua città natia si era trasferito all’Universität Wien per studiare Medicina; durante il percorso degli studi universitari ottenne il permesso dal Tribunale di accorciare il cognome che da Bunzel-Federn rimase solo Federn. Formatosi sotto Ernest Wilhelm Ritter Von Brücke, professore anche di S. Freud, si laureò nel 1859. Dopo la laurea esercitò come medico di base; fu tra i primi ad intuire l’importanza della pressione sanguigna ed a misurarla sistematicamente nelle visite. La madre Ernestine Spitzer (Vienna, 1848 - Vienna, 9 Febbraio 1930) fu una delle prime assistenti sociali, ideò e gestì una scuola d’arte per donne e ragazze, fu femminista, lottò per il voto alle donne che cercò di sensibilizzare con conferenze, organizzazione di eventi e dibattiti. Joseph ed Ernestine si sposarono a Vienna il 27 Gennaio 1867.
La coppia ebbe 6 figli :- Karl Federn (avvocato, giornalista e traduttore; Vienna, 2 Febbraio 1868 - Londra, Londra, 22 Marzo 1943);- Walter Federn (giornalista; Vienna, 6 Agosto 1869 - New York, New York, 1 Febbraio 1949);- Paul Federn;- Elsa Federn (assistente sociale; Vienna, 1873 - Bristol, Southeast, Inghilterra, 28 Gennaio 1946);- Hans Robert Federn (libraio e mercante d’arte; Vienna, 1878 -Oxford, Southeast, Inghilterra, 1959);- Marietta Federn (giornalista e scrittrice; Vienna, 28 aprile 1883 -Parigi, Ile-de-France, Francia, 29 settembre 1951).
Paul Federn ebbe un temperamento mite e soffrì di depressione già dall’adolescenza. Scelse studi umanistici e si diplomò all’Akademisches Gymnasium Wien nel 1889; come studi universitari avrebbe preferito quelli di Biologia, ma per pressione paterna s’iscrisse invece al corso di laurea in Medicina all’Universität Wien, dove si laureò nel 1895. Subito dopo la laurea, fu assunto come assistente di clinica medica per sette anni all’Allgemeines Krankenhaus di Vienna sotto il Prof. Carl Wilhelm Hermann Nothnagel (Stare Lysogórki, Pomerania Occidentale, allora Impero Austroungarico oggi Polonia).
Nel 1902 Federn iniziò ad esercitare anche privatamente presso il proprio studio, sito in Riemergasse, n. 1. Lo stesso anno il prof. Nothnagel, vedendolo depresso, lo inviò a S. Freud, per fare un’analisi terapeutica che divenne presto didattica, in quanto egli si sentì molto attratto dalle idee freudiane. Nel 1903 entrò a far parte prima della Mittwochgesellschaft di cui fu il 6 membro dopo i primi 5 fondatori, cioè Sigmund Freud, Max Kahane, Rudolph Reitler, Alfred Adler e Wilhelm Stekel.
Il 1 maggio del 1905 sposò Wilma Alexandra Bauer (Vienna, 5 aprile 1884 - New York, 21 dicembre 1949), poetessa, proveniente da un’agiata famiglia protestante, di 13 anni più giovane e sofferente di una cardiopatia cronica che le sarà fatale in futuro. Paul e Wilma ebbero una vita coniugale molto felice; ebbero 3 figli:- Annie Federn (fisico sperimentale ed avvocato; Vienna, 21 Dicembre 1905 - Chico, California, USA, 23 Dicembre 1993);- Walter Ulrich Federn (egittologo; Vienna, 11 Luglio 1910 - New York, 28 Luglio 1967):- Ernst Federn, psicoanalista.
Il 15 aprile 1908 la Mittwochgesellschaft, avendo superato la trentina di soci, assunse una veste più ufficiale divenendo la prima società psicoanalitica ufficiale, la Wiener Psychoanalytische Vereinigung, nella quale Federn assunse la carica di tesoriere.
Egli fu sempre un fedelissimo di Freud, tanto che nel 1911 a seguito dello scisma attuato da Alfred Adler e dai suoi seguaci, tolse loro il saluto benché alcuni fossero suoi amici da lungo tempo; la stessa cosa si verificò nel 1913 a seguito della dissidenza mostrata da Carl Gustav Jung, ancor prima che lo stesso si dimettesse ufficialmente, nel Luglio 1914, dall’International Psychoanalytic Association. Nel 1914 si recò a New York per tenere alcune lezioni nella locale Università ma dopo alcuni mesi dovette interrompere prematuramente per lo scoppio della prima guerra mondiale; rientrato in patria, venne chiamato alle armi come ufficiale medico nella cavalleria dell’esercito austroungarico, arma nella quale aveva svolto il servizio di leva. Fervente germanofilo, investì tutto il suo denaro nei titoli di stato dell’Impero Austroungarico. Alla fine della guerra, essendo gli Imperi Centrali stati sconfitti, i loro titoli di Stato persero tutto il valore e da allora Federn non potè recuperare il capitale investito in esse e si trovò per tutto il resto della sua vita in condizioni economiche disagiate. Fu talmente colpito dalla sconfitta subita in guerra dalla propria Patria da portarlo a fornire un’interpretazione dell’Austria post-bellica in chiave edipica. L’Austria frammentata e divenuta Repubblica dopo la fine dell’Impero Asburgico era divenuta come un figlio senza padre e con una famiglia frammentata; tale situazione, vissuta a livello collettivo, comportò in tutti gli Austriaci sensi di smarrimento e di perdita del senso d’identità.
Nel 1918 aderì al partito socialdemocratico e venne eletto come Consigliere di Circoscrizione. Sempre attento a tutto quello che riguardava Freud, nel 1922 accusò Paul Ferdinand Schilder, un altro analista, che aveva pubblicato il libro "Uber das wesen der hypnose" ("Sulla natura dell’ipnosi") di aver copiato da precedenti opere del Maestro e di Sandor Ferenczi.
Nel 1924 attaccò duramente Otto Rank per la pubblicazione del libro "Il trauma della nascita" che lo allontanava dalle teorie freudiane. Nello stesso anno fu nominato Vicepresidente della Wiener Psychoanalytische Vereinigung, divenendo al contempo il portavoce di Freud a causa del carcinoma che lo affliggeva; egli lo sostituiva nelle occasioni ufficiali e selezionava, tra tutti quelli che facevano richiesta di parlare con Freud, chi potesse essere ammesso alla sua presenza. Con Heinrich Meng diresse la prima serie della collana Bücher des Werdenden. Nel 1926 fu nominato codirettore dell’Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse insieme con Eduard Hitschmann, rivista dell’International Psychoanalytic Association; lasciò tutti gli incarichi nel 1938, quando, in seguito all’Anschluss, dovette fuggire dall’Austria.
Nel 1927 entrò in rotta di collisione con Wilhelm Reich, un altro analista perché aveva dato due grossi dispiaceri a Freud e cioè l’iscrizione al Partito Comunista Austriaco e la negazione dell’esistenza di Thanatos. Il conflitto durò 3 anni; nel 1930 Reich lasciò l’Austria e si trasferì in Germania. Fu uno dei Codirettori dello Zeitschrift für Psychoanalytische Pädagogik, con Anna Freud ed Heinrich Meng dal 1931 al 1933, anno in cui la testata chiuse.
Nel 1937 iniziò a lavorare, in co-terapia, nelle analisi con pazienti psicotici, con l’infermiera Gertrud Schwing, che fu da lui analizzata; ammessa alla Wiener Psychoanalytische Vereinigung fu allora (e rimane tuttora) l’unica in tutto il mondo ad essere ammessa in una società psicoanalitica con questa qualifica professionale. Nel 1938, in seguito all’Anschluss, partì con la moglie, il figlio Walter e la sua famiglia; dopo un breve soggiorno in Svizzera, emigrò a New York dove fu raggiunto nel 1939 dalla figlia con la famiglia. Nello stesso anno, il figlio Ernst, che si trovava in Germania, fu arrestato dalla Gestapo ed inviato prima al campo di concentramento di Dachau (Baviera, Germania), dove per due anni fu compagno di stanza di un altro grande psicoanalista, Bruno Bettelheim, e poi a Buchenwald (Turingia, Germania). Riuscito a sopravvivere, Ernst fu liberato nel 1945 e, dopo un periodo passato a Bruxelles (Bruxelles, Belgio), nel 1948 si ricongiunse coi suoi familiari a New York.
Nel 1939 con la morte di Freud, Paul Federn, liberatosi dal forte transfert paterno che aveva con lui, iniziò a ad elaborare teorie proprie che saranno alla base della Psicologia dell’Io, di cui si può considerare il fondatore. Negli USA divenne membro della New York Psychoanalytic Society dove fu docente ed analista didatta. Nel 1944 riprese, sempre con Heinrich Meng, a dirigere, fino alla morte, la seconda serie dei Bücher des Werdenden. A New York ebbe un’intensa attività clinica, per la quale ricevette tali riconoscimenti da essere considerato uno dei migliori psicoanalisti degli USA, dove tuttavia solo nel 1946 gli fu riconosciuto il diritto di esercitare la professione medica. Nello stesso anno subiva il primo intervento per un carcinoma alla vescica. Nel 1949 morì la moglie e Federn ebbe un altro episodio depressivo. Poco tempo dopo questo evento luttuoso, venne a sapere che il carcinoma alla vescica era recidivato. Non resse questa notizia; infatti, depresso più che mai, andò nel suo studio e si sparò la notte prima della data stabilita per il secondo intervento, che egli pensava non sarebbe risultato terapeuticamente valido.
Da un punto di vista teorico i contributi di Federn possono essere distinti in due categorie temporali, separate dalla morte di Freud.
Il suo pensiero antecedente alla morte di Freud non fu particolarmente interessante ne molto chiaro; probabilmente ciò era dovuto alla consapevolezza di stare maturando delle idee divergenti, almeno in parte, da quelle freudiane associata però alla volontà di non andare contro la dottrina del Maestro, per difendere la quale aveva duramente lottato in passato. Dopo aver tenuto una conferenza, infatti, nel rivolgersi ai suoi ascoltatori, pronunziò la frase "Habe ich mich verstanden?" (Mi sono capito?) in luogo di "Haben Sie mich verstanden?" (Mi avete capito?). L’unico elemento degno di nota di questo periodo fu il lavoro sulle catessi. Le catessi individuate da Freud erano sostanzialmente la Libido, l’energia legata ad Eros, e la Mortido, termine coniato da Federn per indicare l’energia, legata a Thanatos, che tende a portare alla disaggregazione dell’essere nei suoi componenti primordiali indifferenziati.; tuttavia Federn rilevò come Eros e la Libido fossero concetti di rilevanza transgenerazionale mentre Thanatos e la Mortido fossero concetti di rilevanza individuale. L’opposto transgenerazionale della Libido non era per definizione possibile poiché la vita tende ad accrescere se stessa a questo livello e non a diminuirla. L’opposto della Mortido a livello individuale invece è ampiamente osservabile in tutti i comportamenti legati all’autoconservazione. I concetti di Eros e Libido vengono quindi estesi da Federn, arrivando a comprendere le motivazioni e l’energia investita tanto sui comportamenti tendenti a far sopravvivere la specie quanto su quelli tendenti a far sopravvivere l’individuo.
In epoca successiva alla scomparsa del fondatore della psicoanalisi, Federn, in modo sempre più chiaro e lucido, iniziò a sviluppare l’area dottrinale che venne definita Psicologia dell’Io, di cui fu il primo teorico e che spostò il focus dell’interesse dottrinario e terapeutico dalle pulsioni edonistiche esoiche alle funzioni adattive dell’Io. Più precisamente si soffermò sulla strutturazione dell’Io e dei suoi cambiamenti, piuttosto che sulla sua funzionalità, su cui si focalizzò invece Heinz Hartmann che inaugurò successivamente la seconda fase della Psicologia dell’Io.
Le istanze pulsionali vengono ridefinite da Federn nel modo seguente: l’Es rappresenta gli obiettivi da raggiungere per la conservazione della specie e dell’individuo, il Super-Io incorpora le regole introiettate del mondo esterno limitanti e/o inibenti le condotte esoiche e l’Io svolge funzione mediatrice tra le prime e le seconde.
Federn concentra il proprio pensiero sull’Io. Esso, da un punto di vista evolutivo, passa da diversi fasi, nella prima delle quali, alla nascita, l’individuo è tutt’uno con l’ambiente e non vi è differenza tra realtà e rappresentazione; nelle fasi successive espande i propri confini sempre di più, inglobando al proprio interno un numero crescente di oggetti che vengono investiti di senso di realtà; questo procedimento viene attuato dall’Io con una continuazione di osservazioni, apprendimenti, sensopercezioni ed autoconsapevolezze. Si giunge così all’Io attuale che rappresenta la struttura identitaria del momento che Federn definisce col termine Selbsterlebnis, indicante l’auto-esperienza della continuità dell’individuo rispetto allo spazio, al tempo ed alla connessione causale; tale auto-esperienza è presente in modo distinto nel corpo, ovverossia l’Io Fisico, e nello spirito, ovverossia l’Io Psichico. L’Io Psichico che comprende le funzioni mentali è presente già alla nascita mentre l’Io Fisico si forma dopo col cumularsi delle percezioni sensoriali e motorie. Entrambi contribuiscono alla genesi dell’identità individuale che Federn chiamò Senso dell’Io.
Secondo Federn l’Io non coincide con la coscienza; non tutto ciò che è conscio è legato all’Io così come esistono processi psichici che, pur appartenendo all’io, sono privi di consapevolezza e pertanto inconsci. Per delimitare l’Io da ciò che è Non-Io, Federn elaborò il concetto di Confini dell’Io, uno dei quali è intrapsichico rispetto alle altre istanze psichiche, Es e Super-io, e l’altro transpersonale ed ambientale rispetto a tutto quello che è Altro-Da-Sé; grazie a questa distinzione, è agevole distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è e separare l’Io dalla realtà fenomenica circostante. I confini dell’Io possiedono un’energia propria derivante da quella parte della Libido deputata alla conservazione dell’individuo; tale energia viene trasferita dall’Io in modo variabile secondo la strutturazione egoica del momento. La strutturazione egoica può subire dei cambi in relazione alla diversificazione di alcune variabili in parte intrapsichiche in parte transpersonali e situazionali (fra le quali l’età, la presenza di traumi, fatti deprivanti di qualcosa o saturanti) nei vari periodi della vita; il lasso temporale che porta ad un cambio nella strutturazione egoica è anch’esso molto vario, essendo costituito a volte da pochi secondi a volte da diverse ore. La strutturazione egoica del momento è chiamata da Federn Stato dell’Io. Federn disse che nel corso della vita ogni volta che si sviluppa un nuovo Stato dell’Io, questo non lascia spazio agli Stati precedenti che vengono rimossi e spostati nell’inconscio dove si stratificano; tutto ciò che è stato collegato con gli Stati dell’Io rimossi scompare con essi e, pertanto, diventa inaccessibile o quasi alla memoria. Molto interessante è la teoria dell’ortriogenesi, termine derivato dal greco ὄρθριος, traducibile con alba, col quale egli descrive il funzionamento dell’Io Onirico. Nell’Io Onirico i confini dell’Io, privo della sua componente fisica, si restringono per disinvestimento della carica libidica e si indeboliscono con scollegamento dalla realtà; al momento di addormentarsi si verifica una Perdita dell’Investimento dell’Io, ovverossia la carica libidica egoica si ritira dai Confini dell’Io; poco dopo l’addormentamento la carica libidica sui confini dell’Io è totalmente azzerata. Successivamente nel prosieguo della notte, l’io tenta di riprendere il controllo della psiche col Reinvestimento dell’Io, durante il quale le cariche libidiche iniziano ad essere reindirizzate sui Confini dell’Io; tali cariche sono ancora insufficienti a riprendere il controllo dei Confini dell’Io ma sono tuttavia bastevoli a far riemergere parti di Stati dell’Io precedenti grazie ai quali emergono i ricordi ad essi collegati, i quali non potendo essere tuttavia integrati vista la scarsa energia libidica presente ed assumendo valenza simbolica e pertanto apparentemente priva di senso, vanno a costituire i contenuti onirici. Al mattino l’Io, tramite il Reinvestimento Eccessivo dell’Io, reindirizza cariche libidiche adeguate sui Confini dell’Io che determinano il risveglio e la ricomparsa dell’Io ordinario. Secondo Federn nell’ortriogenesi è come se l’Io ripetesse in tempo brevissimo tutto il processo della sua formazione dalla nascita in poi.Quando la libido, in modo analogo, viene ritirata momentaneamente da certe intenzioni od attività per un qualunque motivo, nascono i lapsus, le distrazioni, le disattenzioni, le dimenticanze.Lo Stato dell’Io attuale è inoltre collegato col mantenimento dell’equilibrio mentale o con l’insorgenza di eventuali psicopatologie. Se lo Stato dell’Io è adeguato, l’energia che esso immetterà nei propri Confini sia interni che esterni sarà funzionale a mantenere un adeguato Senso dell’Io e quindi l’individuo sarà in equilibrio con se stesso e col mondo e pertanto privo di psicopatologia. Se invece lo Stato dell’Io non è adeguato, l’energia immessa nei propri Confini sarà insufficiente a contenere le pulsioni interne e/o le richieste esterne per cui il Senso dell’Io sarà confuso e l’individuo presenterà una psicopatologia.Freud nel tomo "La sessualità nell’etiologia delle Nevrosi" del 1908 aveva incluso le psicosi nell’elenco di quelle situazioni nelle quali la psicoanalisi non potesse essere utilizzata come metodo terapeutico. Federn, invece, avviò il trattamento psicoanalitico delle psicosi in quanto evidenziò che essi sono in grado di instaurare il transfert e quindi possono essere analizzabili. Secondo Federn le psicosi non sono dovute a problemi narcisistici, come postulato dall’ortodossia freudiana, ma da un’acuta debolezza dell’Io. In tali patologie si verifica una situazione simile a quella onirica dalla quale differisce perché le perturbazioni psichiche sono presenti anche nello stato di veglia. Il superamento dei Confini dell’Io avviene ad opera delle altre istanze della personalità o da elementi del mondo esterno. Gli elementi psichici collegati a tali invasioni si possono ripresentare come appartenenti alla realtà esterna mentre in realtà sono interni o viceversa come appartenenti alla realtà interna mentre in realtà sono esterni; se essi agiscono sull’Io Psichico nel primo caso genereranno illusioni, allucinazioni e deliri e nel secondo casi derealizzazioni mentre se agiscono sull’Io Fisico nel primo caso genereranno cenestesie e nel secondo depersonalizzazioni. Risulta evidente che la psicosi insorge quindi per rottura e frammentazione del sentimento dell’Io con contemporanea instaurazione dei meccanismi psichici tipici del processo primario.
Federn sostenne che a differenza del trattamento delle nevrosi, il cui fine è di rendere conscio ciò che è inconscio, in accordo col famoso assioma freudiano secondo cui dov’era l’Es deve subentrare l’Io, nel caso del trattamento delle psicosi, è invece opportuno che ciò che è diventato indebitamente territorio dell’Io debba essere restituito all’Es in quanto quei confini in terra straniera non saranno mai efficacemente sorvegliati e saranno sempre oggetto di invasioni da parte del processo primario che genereranno perturbazioni costanti della psiche. L’analista, che nella cura delle nevrosi assume l’atteggiamento a specchio per favorire il dispiegamento delle catene associative, nella cura delle psicosi deve invece assumere una posizione più direttiva per rafforzare i Confini dell’Io; negli psicotici non va implementato il ruolo delle Libere Associazioni perché per la patologia stessa sono già eccessive ma anzi va ridimensionato utilizzando il transfert in modo da porsi come modello identificativo che funge da sostegno continuativo del debole Io del paziente. Il punto focale dell’analisi degli psicotici paradossalmente diventa quella di favorire un argine all’inconscio dirompente del paziente facendo tornare inconscio l’inconscio. In altre parole il transfert, utilizzato nelle nevrosi per rendere manifesto il materiale rimosso, nelle psicosi serve per rendere rimosso il materiale conscio.
Federn fu il primo psicoanalista a sostenere la tesi dell’impossibilità di un trattamento psicologico senza un lavoro con le famiglie dei pazienti. Tale lavoro consisteva in un primo momento in una presa di contatto con i problemi delle famiglie, nello sforzo di ottenere la loro collaborazione nella gestione di aspetti sociali e nella psicoterapia individuale. In seconda battuta si sviluppava l’insight terapeutico che coinvolgeva anche le famiglie dei pazienti schizofrenici, le quali rappresentavano in sé un oggetto terapeutico, sia perché spesso portatrici, almeno in parte, delle cause psicologiche della malattia, sia perché, secondariamente, oberate dal peso della vita in comune con gli infermi.
Dall’insieme delle sue teorizzazioni, appare evidente perché Federn pensasse che fosse maggiormente sensato lavorare in analisi sui processi egoici; lo scopo dell’analisi è quindi quello di ridare consistenza al Senso dell’Io da cui a discesa dipendono gli altri funzionamenti psichici, essendo i sintomi psicopatologici, in definitiva, null’altro che una manifestazione disadattiva dell’individuo alla società d’appartenenza.Reggio Calabria, ultimo aggiornamento, 3 Gennaio 2019
Bibliografia
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in altre lingue:De Sigmund Freud à Paul Federn: cartes postales, notes & lettres 1905-1938, Ithaque, Parigi, 2018.Con Meng H., Die psychohygiene, Huber, Berna, 1949.Opere su FedernBroch H., Lützeler P. M., Frauengeschichten: die briefe an Paul Federn 1939-1949, Suhrkamp, Berlino, 2007.Ciocca A., Storia della psicoanalisi, Il mulino, 2014, Bologna.De Melo Carvalho M. T., Dechaud-Ferbus M., Paul Federn, une autre voie pour la théorie du Moi, in Revue Française de psychanalyse, Presses Universitaires de France, Vol. 65, pagg. 275-278, Parigi, 01/2001.Roazen P. Freud and his followers, 1979 - ed. it. Freud ed i suoi seguaci, Einaudi, Torino, 1998. Vegetti-Finzi S., Storia della psicoanalisi: autori, opere, teorie 1895-1990, Mondadori, Milano, 1990Weiss E., Obituary Paul Federn, in International Journal of Psychoanalysis, Vol. 32, pagg. 242-246, Londra, 1951.Weiss E., Paul Federn, the Theory of the Psychosis in AA.VV., Psychoanalytic pioneers, 1966 - ed. it. Paul Federn, la teoria della psicosi, in Pionieri della psicoanalisi, pagg. 147-163, Feltrinelli, Milano, 1971.Wolman B. B., Contemporary theories and systems in psychology, Springer, Berlino, 2012.Zaretsky E., Secrets of the soul: a social and cultural history of psychoanalysis, 2005 - ed. it. I misteri dell’anima. Una storia sociale e culturale della psicoanalisi, Feltrinelli, Milano, 2016.
Gli autori
Valentina Moscato, Psicologa clinica, specializzanda presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica di Reggio Calabria
Gabriele Romeo, Medico, Psicologo, Psicoanalista, Coordinatore Didattico, Docente, Analista Didatta e Supervisore della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicoanalitica e Gruppoanalitica di Reggio Calabria.